martedì 8 maggio 2012

Amministrative: Napolitano nega il boom del Movimento 5 Stelle, ma per i partiti è uno tzunami


Le elezioni amministrative si sono rivelate un vero e proprio tzunami per i partiti. Alcuni sono stati letteralmente travolti e dati per dispersi (Lega, PdL), altri sono rimasti a galla, ma pesantemente ridimensionati (PD e UDC). Il Movimento 5 Stelle è esploso come una bomba atomica e la sua onda d'urto ha spazzato via gli equilibri politici che governavano il paese da quasi un ventennio e che lo hanno trascinato vicino al baratro della peggior crisi economica dal dopo guerra. I politici appaiono oggi frastornati; hanno ricevuto un sonoro schiaffone, ma non hanno ancora ben capito chi glielo ha rifilato e come ciò sia potuto accadere. La crisi e le nuove tecnologie (la rete, i social network) hanno cambiato improvvisamente le regole del gioco e quasi tutti i politici sono fortemente disorientati, perchè incalzati su un campo di battaglia sul quale non sono abituati a combattere. Se si pensa che fino a  5 mesi fa Lega e PdL erano al governo e che Berlusconi era di fatto il monarca assoluto del paese, sembra veramanete passata un' era geologica. Il boom c'è stato eccome. Eppure stupisce, ma in fondo non troppo, che proprio il Capo dello Stato Napolitano provi a negarlo. Il Movimento 5 Stelle viene percepito con fastidio come un intruso nel gioco della politica  persino dal massimo garante costituzionale della democrazia. Non basta avere un programma, dei candidati incensurati e presentare una lista a delle elezioni democratiche, non basta raccogliere consensi e voti per essere considerati dal Presidente Napolitano degni di attenzione. Non basta questo a liberare il Movimento 5 Stelle dalle accuse di voler fare antipolitica. come se invece i partiti, tra ruberie e bunga-bunga avessero regalato al paese politiche di alto profilo. L'antipolitica l'hanno fatta piuttosto i partiti, che hanno ridotto sempre più gli spazi di partecipazione alla vita politica dei cittadini, arrivando a minare nel profondo la democrazia nel nostro paese. Chi per costituzione ha il dovere di rappresentare tutti i cittadini italiani, dovrebbe curarsi meno degli interessi dei partiti ed ascoltare di più la sete di cambiamento di larga parte del paese.