giovedì 2 febbraio 2012

La monotonia del posto fisso non vale per i politici


Sentire Monti filosofeggiare sulla "monotonia del posto fisso" equivale ad un pugno in faccia per i troppi giovani italiani precari o disoccupati, per i quali il posto fisso è un miraggio irraggiungibile. Da un punto di vista umano e tecnico, infatti, Monti dimostra di non conoscere la realtà del mondo del lavoro in Italia e quali sofferenze provoca quella "flessibilità" con la quale si riempiono la bocca i nostri politici e gli imprenditori. Avere un lavoro precario oggi in  Italia significa non essere in grado di fare progetti a medio-lungo termine per la propria vita, significa non avere la possibilità di accendere un mutuo per comprarsi una casa, non poter programmare una maternità, non avere prospettive pensionistiche. Dipendenti assunti con partita Iva, contratti a progetto che di progettuale non hanno nulla, mille trucchi che le aziende utilizzano per avere lavoratori a basso costo e di cui liberarsi nel momento in cui non servono più. Da più di dieci anni viviamo nel paese con il mercato del lavoro più flessibile e caotico, dove si utilizza ogni stratagemma possibile per sfruttare il lavoro dei giovani, senza riconoscere loro alcun diritto, ebbene tutto ciò a cosa a portato? Non è forse anche questa una delle cause della crisi economica di questi ultimi anni? Precarietà significa infatti anche meno consumi, dunque meno produzione. Finora le aziende hanno risolto il problema delocalizzando la produzioni nei paesi poveri, compensando la contrazione della domanda con la diminuzione dei costi. Ma quanto potrà durare tutto questo? Abbiamo già visto nelle scorse settimane le prime proteste in Cina di lavoratori che cominciano a reclamare i propri diritti. Ci vorrebbe più serietà nell'affrontare l'argomento di quanta dimostrata da Monti o dalla sua ministra Fornero e più senso di responsabilità anche da parte degli imprenditori. Ci vorrebbe quella serietà di chi vive le problematiche del lavoro sulla propria pelle e non da una comoda poltrona di privilegiato. Lo sanno bene i nostri parlamentari che, infatti, non hanno alcun intenzione di cancellare la vergognosa legge elettorale che loro stessi chiamano porcellum e che garantisce a loro il posto fisso in parlamento.

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